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IL clima: Veneto

LA NEVE

Come si può notare dalla cartina nazionale, la nostra regione  esclusa la parte montana e pedemontana, risulta essere una delle regioni con precipitazione media nevosa più bassa di tutto il catino padano. La nostra regione non avendo barriere montuose a sud sud/est infatti subisce molto l’influenza delle  masse d’aria tiepida e umida da sud che normalmente precedono i peggioramenti nevosi e se questo da un lato accentua la fenomenologia  spesso comporta la trasformazione della precipitazione da solida a liquida.

Le situazioni meteorologiche favorevoli alla caduta di neve nella nostra regione  possono essere quanto mai varie, e generalmente diversificate dalla parte nord della regione  rispetto a quella meridionale. Infatti spesso quando affluisce aria fredda dai quadranti orientali con una componente principalmente nord orientale, assistiamo a nevicate seppur deboli  lungo le coste e il rodigino , mentre le zone più a nord rimangono con clima secco e freddo. Viceversa dopo l’afflusso di aria fredda con la conseguente formazione di un cuscino di aria fredda nei bassi strati, quando le correnti che precedono un peggioramento ruotano a sud sud/ovest o sud/est , assistiamo a delle nevicate da scorrimento che interessano principalmente le zone nord della regione, quelle che subiscono la minor mitigazione o meglio la mitigazione avviene in ritardo di qualche ora rispetto le zone costiere. In questo caso assistiamo a nevicate copiose che però spesso in pianura  si trasformano in pioggia dopo poche ore. Diverso  infatti il discorso per la zona montuosa, dove gli accumuli  grazie alle correnti umide provenienti dall’adriatico  sono  spesso notevoli. Molti sono comunque i parametri che determinano una nevicata ed ogni episodio ha origine e sviluppo da condizioni climatiche  magari simili ma comunque sempre diverse, che fanno nella nostra regione dai molteplici microclimi e da un’orografia molto diversificata un fenomeno di difficile prevedibilità.

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UN FENOMENO STRANO: L’ACQUA ALTA

Il fenomeno dell’acqua alta, noto sin dall’antichità, è tipico della parte settentrionale dell’Adriatico. Consiste in un temporaneo rialzo del livello del mare ben oltre le normali alte maree. In generale è il frutto di una combinazione di fattori astronomici e meteorologici. L’acqua alta nelle lagune e nei litorali veneti è dovuta al passaggio di campi di bassa pressione a sud dell’arco alpino e al contemporaneo instaurasi del vento di scirocco (SUD/SUDEST) su tutto il bacino adriatico. Fattori oceanografici seguono, e spesso si associano, ai fattori meteorologici. Si tratta dei cosiddetti fenomeni di “sessa” tra i quali quello più significativo è rappresentato da un’onda lunga, con periodo di circa 22 ore, in oscillazione tra il golfo di Venezia e il canale d’Otranto. è questo il cosiddetto “effetto memoria” dell’Adriatico che determina la ricomparsa dell’acqua alta per più giorni dopo la cessazione degli effetti perturbativi dovuti al vento e alla pressione atmosferica. Gli aspetti più conosciuti legati al fenomeno dell’acqua alta sono gli allagamenti della città di Venezia.

A questo proposito, è bene ricordare che con il termine di acqua alta vengono normalmente indicate quelle altezze di marea superiori alla soglia dei 110 cm sopra lo Zero Mareografico di Punta della Salute (ZMPS), riferimento della omonima fondamentale stazione di osservazione mareografica istituita in centro storico nel 1923. In tabella I sono riassunti i più elevati casi di alta marea eccezionale registrati a Venezia. Tra questi spicca lo storico evento del 4 novembre 1966, con 194 cm sopra lo ZMPS, il più gravoso fra quelli registrati dopo oltre un secolo di sistematiche osservazioni. La frequenza degli allagamenti della città, dovuti alle acque alte, hanno subito un deciso incremento a partire dagli anni sessanta, come dimostra la statistica dei casi di marea superiore ai 110 cm: 3 i casi registrati nel periodo 1920-29, 8 i casi tra il 1930-39 e 5 casi tra il 1940-49. Ben diversa la situazione nel decennio 1960-69 con 31 casi; ancora 31 casi nel decennio 1970-79. Significativo è invece il decennio 1990-99 con ben 44 casi. Dall’inizio del nuovo decennio si sono osservati già una quindicina di casi.

Degno di rilievo è il caso dell’evento del 16 novembre 2002 con 147 cm sopra lo ZMPS, 7° caso storico dei massimi livelli di marea registrati a Venezia. Su base annuale invece la statistica dice che l’anno in cui il fenomeno si è registrato con maggiore frequenza è stato il 1979 con 10 casi, mentre per 8 volte si è registrato nel corso del 1996 e del 1998. Il 2003 è stato invece un anno fortunato: non si sono registrati casi di marea superiore ai 110 cm sopra lo ZMPS. Degne di rilievo sono anche le cosiddette acque medio-alte, cioè quelle comprese tra i 90 cm e i 110 cm sopra lo ZMPS che, pur rappresentando condizioni meno critiche per la laguna in generale, determinano comunque allagamenti in quelle zone della città altimetricamente più svantaggiate. Anche questi casi hanno subito significativi incrementi: si è passati infatti dai 19 casi del decennio 1920-29 agli 85 casi del decennio 1950-59, ai 166 casi del decennio 1990-99. 27 sono invece i casi registrati nel corso del solo 2003.

L’aumento della frequenza degli allagamenti della città va posta in relazione ai progressivi abbassamenti subiti dal suolo veneziano rispetto al livello medio del mare. Nel corso degli ultimi 100 anni tale abbassamento è stato valutato in poco meno di 24 cm, ed è stato imputato a due fattori distinti: la subsidenza, stimata in circa 11 cm, che rappresenta l’abbassamento dovuto al costipamento dei suoli per effetto della compattazione degli strati sabbiosi ed argillosi per fatto naturale e, soprattutto, per opera dei massicci emungimenti d’acqua dalle falde per uso industriale), e l’eustatismo, cioè l’innalzamento del livello medio del mare dovuto a fattori generali, che nell’alto adriatico viene stimato in poco meno 13 cm. I fenomeni di acqua alta hanno una portata che, tuttavia, va ben al di la del ristretto ambito cittadino con effetti diversificati sia all’interno che all’esterno della laguna stessa. Altri fattori di criticità derivano ad esempio dal cosiddetto vento locale, cioè dall’azione forzante del vento che si instaura localmente sullo specchio lagunare in contemporanea ai cennati fattori generali che scatenano l’acqua alta in tutto il nord-adriatico.

In definitiva il fenomeno dell’acqua alta, al di la degli aspetti pittoreschi che possono attrarre frotte di turisti più o meno divertiti, costituisce in realtà uno dei fattori più significativi  che caratterizzano il rischio idraulico in tutta l’area nord orientale del nostro Paese.

Massimi livelli di marea a Venezia, Punta della Salute:

  1. 4 novembre   1966    194 cm
  2. 22 dicembre 1979   166 cm
  3. 1 febbraio  1986      158 cm
  4. 15 gennaio 1867      153 cm
  5. 12 novembre     1951  151 cm
  6. 16 aprile 1936        147 cm
  7. 16 novembre 2002  147 cm
  8. 15 ottobre 1960      145 cm
  9. 3 novembre 1968    144 cm
  10. 6 novembre 2000    144 cm
  11. 8 dicembre 1992     142 cm
  12. 17 febbraio 1979    140 cm
  13. 5 novembre 1967    138 cm
  14. 26 novembre 1969  138 cm
  15. 22 dicembre 1981   138 cm
  16. 24 novembre 1987  138 cm

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