3. TEMPERATURA MASSIMA STAGIONALE
Nel presente paragrafo viene presa in considerazione la temperatura dal punto di vista della media delle massime stagionali, maggiormente indicative delle climatologie locali rispetto alle medie assolute giornaliere o alle medie delle minime stagionali, influenzate dal mutante andamento meteorologico (nuvolosità, umidità, precipitazioni) nel corso del periodo di riferimento.
Dalla distribuzione dei valori di temperatura su base stagionale si evince che, per quanto riguarda i valori massimi in primavera ed estate (fig. 3 e 4), le temperature più elevate vengono misurate nelle pianure veronese e vicentina, nella bassa padovana e nel Polesine occidentale, con valori medi superiori a 28°C in estate. Queste sono zone prevalentemente continentali con debole circolazione.
Valori leggermente inferiori si osservano lungo il litorale e nelle zone dell’entroterra che beneficiano della brezza di mare. Un altro settore più fresco è la fascia pedemontana, a nord della quale la temperatura diminuisce abbastanza regolarmente con la quota.
Fig. 3 – Temperatura massima estiva (anni 1961-1990).
Fig. 4 – Temperatura massima estiva (anni 1995-1999).
In autunno e in inverno (fig. 5 e 6) l’area a temperature massime più alte si sposta sulla fascia pedemontana dato che le zone meridionali e occidentali sono interessate dalle nebbie e subiscono quindi un riscaldamento inferiore. Nel semestre freddo si evidenzia anche la zona del Garda con valori leggermente più elevati delle aree circostanti.
Fig. 5 – Temperatura massima invernale (anni 1961-1990).
Fig. 6 – Temperatura massima invernale (anni 1995-1999).