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IL clima: Veneto

FENOMENI PARTICOLARI

La grandine

 

La grandine si forma solo nel cumulonembo ad incudine (Cb capillatus incus); all’interno di questa nube temporalesca una gran quantità di acqua liquida si trova a temperature negative, sotto forma di cristalli di ghiaccio (parte alta) e goccioline sopraffuse, che sono più abbondanti nella zona intermedia. La concentrazione di vapor d’acqua in equilibrio con le goccioline sopraffuse è maggiore di quella in equilibrio con i cristalli di ghiaccio, per cui le molecole del vapor d’acqua si depositeranno sul cristallo di ghiaccio mediante sublimazione, mentre le goccioline presenti evaporeranno per cercare di ristabilire l’equilibrio: ciò avviene nella parte alta della nube.

Una volta ingrossatosi il cristallo cade all’interno della nube più velocemente delle goccioline sopraffuse e nel suo percorso discendente le catturerà provocandone l’istantaneo ghiacciamento al contatto (meccanismo simile a quello della galaverna): per cui l’adesione di goccioline sopraffuse sul chicco (o embrione) comincerà solamente quando questo scende nella parte intermedia della nube dove la concentrazione di goccioline è massima. A questo punto un nuovo meccanismo entra a far parte della fase di crescita: quando le goccioline sopraffuse si attaccano al cristallo cedono ad esso una parte del calore latente di solidificazione; infatti nel passaggio da acqua a ghiaccio si libera calore. L’embrione perciò si riscalda e può arrivare a temperature prossima a 0°C, mentre nell’ambiente circostante essa è fortemente negativa (-15°C/-20°C); questa è la crescita secca. Poichè ora l’embrione di ghiaccio ha temperatura prossima a 0°C, le goccioline sopraffuse ghiacciano parzialmente e una certa quantità d’acqua viene reimmessa nell’ambiente: è la crescita bagnata.

Le fortissime correnti ascendenti (updraft) e discendenti (downdraft) proprie del Cb fanno sì che l’embrione compia molte salite e discese all’interno della nube: naturalmente più intense saranno le correnti ascendenti maggiori saranno le dimensioni che i chicchi potranno raggiungere.

In Veneto i fenomeni temporaleschi associati alla manifestazione di grandinate sono purtroppo relativamente frequenti: particolarmente colpite al riguardo sono le zone della media/bassa pianura veronese, dei Colli Berici, della pedemontana veronese, vicentina e trevigiana, come risulta dalla cartina di seguito riportata (fig. 7).

Fig. 7 – Eventi grandinigeni del Veneto nel periodo 1978 – 2003

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LA NEBBIA

Nella nostra regione il fenomeno nebbia colpisce maggiormente le zone costiere e la bassa pianura, quindi principalmente le province di Rovigo, Venezia, Padova, Verona, il basso vicentino e trevigiano. Man mano che ci avviciniamo alle zone montane la frequenza con qui il fenomeno si manifesta si riduce drasticamente  e acquisisce carattere di eccezionalità e marginalità fino a diventare raro e sporadico nella fascia collinare e montana escluse le vallate interne il cui microclima favorisce il ristagno dell’aria. Negli anni fortemente dominati da campi di alta pressione con scarsa ventilazione e conseguente ristagno dell’aria, nel basso veneto il fenomeno (compreso la foschia) si verifica con una media annua che può superare gli 80 giorni.

 

Ma che cos’è la nebbia?

Fondamentalmente è una nube, ma una nube a livello del suolo(o del mare, lago, fiume ecc…). Come le nubi che vediamo in cielo essa si forma per la presenza di umidità nell’ aria circostante che viene poi condensata in microscopiche goccioline in sospensione nell’ aria. Queste sono piccolissime e navigano in aria senza cadere limitando fortemente la visibilità in rapporto allo spessore della Nebbia e alla dimensione delle gocce. La nebbia si forma generalmente per la condensazione dell’ umidità in eccesso contenuta nell’ aria in seguito al raffreddamento della massa d’ aria presente sul luogo. Raggiungendo il punto di rugiada ( temperatura alla quale si ha il 100% di umidità relativa ) il vapor acqueo condensa in minuscole goccioline creando la nebbia. In zone ricche di nuclei di condensazione  ( minuscole particelle di fumo o elementi di sostanze, cristalli ecc… ) si può aver la formazione della nebbia anche prima che l’ aria raggiunga la saturazione. Questo si verifica spesso nelle aree industriali ricche di pulviscolo in sospensione.

 

La foschia, che spesso precede la nebbia, non è altro che lo stesso fenomeno a livelli più tenui e blandi; la visibilità infatti è superiore al chilometro. Un caso simile è lo smog (dalle parole inglesi Smoke e Fog – Fumo e Nebbia ) costituito da una coltre caliginosa di inquinanti sospesi nell’ aria e spesso trattenuti entro le prime centinaia di metri di quota da inversioni termiche.

 

Per chiarire le cose ecco alcuni parametri di definizione della nebbia:

Dicesi nebbia un fenomeno atmosferico ( idrometeora ) simile alle nubi, il quale limita la visibilità orizzontale entro 1 chilometro.

 

 

 

 

 

Tipi di nebbia: esistono 4 tipi fondamentali di nebbia.

·        Nebbia da Irraggiamento:

·        Nebbia da Avvezione;

·        Nebbia Frontale;

·        Nebbia da Evaporazione.

 

La nebbia si denota in intensità come segue:

·        Nebbia moderata: Visibilità inferiore ai 1000 m;

·        Nebbia: Visibilità inferiore ai 400 m;

·        Nebbia spessa: Visibilità inferiore ai 200 m;

·        Nebbia densa: Visibilità inferiore ai 40 m.

 

Tipi di nebbia.

La nebbia si forma di solito nelle ore notturne o prima dell’alba, perché sono le più fredde della giornata, e soprattutto col cielo sereno; tuttavia vi sono eccezioni.

La nebbia più conosciuta è quella da irraggiamento: essa si forma a causa della serenità del cielo che favorisce la dispersione del calore del terreno ( irraggiamento ) verso lo spazio. Se vi è mancanza di vento, forte umidità relativa e presenza di nuclei di condensazione ecco che la possibilità di avere Nebbia è notevole.

La nebbia da avvezione invece accade quando giunge aria più calda e umida dall’ esterno. Essa scivolando sul terreno o sull’ acqua più freddi genera una condensazione del proprio vapore acqueo e dà luogo a quegli insidiosi banchi di Nebbia marittima o di pianura che sono anche molto estesi e fitti. Possono avvenire anche in stagioni diverse dall’ Autunno e dall’ Inverno se vi sono le condizioni di sviluppo adatte.

La nebbia da evaporazione si forma su laghi e mari quando l’ acqua è a temperatura maggiore dell’ aria.

La nebbia frontale è invece legata ai fronti, cioè alle perturbazioni che sopraggiungendo su una determinata zona generano apporti umidi ( anche con le piogge ) che poi scorrendo su superfici più fredde e su rilievi danno luogo a condensazione e quindi a nebbie ( nebbia prefrontale ).

Anche dietro al fronte può formarsi la nebbia ( nebbia postfrontale ) quando i fronti sono quasi stazionari e l’ aria fredda è stabile e vi sono piogge.

Durante il passaggio del fronte la nebbia può formarsi temporaneamente se il vento è debole e l’ aria è quasi satura oppure se passa un fronte freddo e piovoso su terreno umido.

Esiste anche una nebbia ghiacciata che si genera nelle zone polari. A temperature di vari gradi sotto zero le emissioni di carburanti combusti, generate dalle attività umane, creano cristalli di ghiaccio che permangono anche per giorni su piste di volo o strade.

C’ è poi una nebbia velata artica consistente di cristalli di ghiaccio in sospensione in buona parte della Troposfera sui bacini artici nella stagione invernale. Similmente a nubi cirriformi essa si estende dal mare fino a quote anche rilevanti.

Quando la nebbia si solleva per aumento della temperatura del suolo può dar luogo agli Strati che sono nubi basse e informi che nascondono il Sole. Se la temperatura cambia o giunge aria più umida la Nebbia può generare una debole precipitazione ( pioviggine ). Se l’ aria è intorno allo 0°C si può avere una deposizione di ghiaccio su oggetti e superfici simile alla brina (galaverna). Le nebbie avvengono sul mare, sulle pianure e anche nelle vallate interne per le medesime ragioni qui esposte. Lungo i pendii dei rilievi spesso si hanno banchi di Nebbia in giornate umide e con vento debole.

Dissolvimento della nebbia.

La scomparsa della nebbia è legata a diversi fattori.
Il sole che sorge e riscalda il terreno fa dissolvere il banco di nebbia, a meno che questo non sia particolarmente spesso ( 200-300 m ,) come accade in pianura Padana dove la Nebbia può permanere per tutto il giorno. Il vento è un altro fattore di dissolvenza perché rimescola gli strati d’aria e quindi elimina la causa della nebbia. Il Foehn, vento secco, elimina rapidamente la Nebbia L’ arrivo di una perturbazione e della pioggia produce lo stesso effetto.

* Per convenzione 1 chilometro è la distanza orizzontale a cui la visibilità può giungere in caso di nebbia. Se è superato si parla di foschia.

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