Home / M3V / Associazione / L’ODV Meteotriveneto lancia un nuovo progetto: il monitoraggio in diretta dei principali siti freddi dell’Altopiano delle Pale di San Martino

L’ODV Meteotriveneto lancia un nuovo progetto: il monitoraggio in diretta dei principali siti freddi dell’Altopiano delle Pale di San Martino

L’ODV Meteotriveneto lancia un nuovo progetto: il monitoraggio in diretta dei principali siti freddi dell’Altopiano delle Pale di San Martino

Da alcuni giorni è ufficialmente in funzione un nuovo sistema di trasmissione via onde radio dei dati delle temperature dei siti freddi posti sull’Altopiano delle Pale di San Martino, con tabelle e grafici aggiornati in tempo reale nel sito https://doline.meteotriveneto.it/pale/

Grafico temperature del 22/23 febbraio 2023 (visualizzabile in diretta nel sito)

Questo progetto rappresenta un’unicità nel panorama scientifico italiano e uno dei pochi a livello Europeo. Riteniamo che abbia un alto valore scientifico sia per il Progetto di monitoraggio nel suo complesso che per l’innovazione tecnologica che dopo 15 anni ci ha permesso di vedere i dati in diretta.

Facciamo un riepilogo della nostra attività di monitoraggio delle temperature sull’Altopiano:

Iniziamo da subito con il dire che il Monitoraggio dei Siti freddi del Triveneto e in particolare quelli dell’Altopiano delle Pale di San Martino è un progetto storico, visto che per la prima volta da quando è nata la “meteorologia moderna” sono stati monitorati contemporaneamente in un unico studio tutti i siti più freddi del Triveneto (e probabilmente d’Italia), nato dalla collaborazione tra la nostra associazione e il Parco Naturale di Paneveggio e delle Pale di San Martino, A.R.P.A. Veneto nonché il CNR-Istituto Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC).

Le prime rilevazioni risalgono alla stagione 2007/2008 e grazie alle analisi di alcuni appassionati e professionisti della meteorologia, si è capito che le capacità termiche di queste “frost hollow”, in termini di picchi di freddo, e le escursioni termiche collegate presentavano un potenziale straordinario: si è quindi iniziato a prendere sempre più in considerazione la possibilità di un progetto, amatoriale e professionale, che mirasse a studiare le particolarità microclimatiche di queste “depressioni”. Il successo del monitoraggio delle doline effettuato in via sperimentale l’inverno 2007/2008, ha gettato i presupposti per creare negli anni uno spazio web condiviso http://doline.meteotriveneto.it nel quale sono inseriti tutti i dati degli oltre 100 siti monitorati in questi quasi 15 anni di monitoraggi nonché una nutrita reportistica, con la possibilità di effettuare estrazioni, comparazioni, analisi, creare grafici ecc… aperta liberamente a tutti.

Ricordiamo che grazie a tale progetto è stato stabilito il nuovo record di temperatura minima mai registrato sul suolo italiano, ovvero – 50,6°C registrati il 7 gennaio 2022, sul fondo di “Busa Riviera” (2634 m). Durante gli inverni di monitoraggio più volte è stato battuto il record di temperatura minima assoluta italiano che fino al 2009 spettava ai -41°C registrati ai 4.559mt di Capanna Regina Margherita, sul Monte Rosa nell’inverno del 1929, si è poi passati dai -43,8°C rilevati nel 2009 a Busa di Manna a 2546 metri, ai -47°C del 18/12/2009 sempre nello stesso sito fino ai -49,6°C registrati il 10/02/2013 ai 2607 metri di Busa Fradusta.

Le temperature molto basse rappresentano solo un aspetto del particolare microclima di queste depressioni. Nelle stesse condizioni meteorologiche prende corpo nella dolina una marcata inversione termica, con gradienti termici verticali anche superiori ad 1°C/m, così se ci si trova di notte sull’orlo di una dolina si può avvertire una temperatura 30°C più alta di quella misurata sul fondo. Inoltre c’è una notevolissima escursione termica giornaliera, con differenze fino a 40°C fra il giorno e la notte. Un altro aspetto curioso che possiamo notare in una fredda, serena e calma notte invernale è la rapidissima variazione di temperatura quando il vento entra nella dolina e quando esso cessa improvvisamente. La sua azione rimescolante sull’aria accumulata nella conca produce velocissimi aumenti o diminuzioni della temperatura, rispettivamente. Improvvise variazioni di 25°C in 15 minuti o 30°C in mezz’ora non sembrano fisicamente possibili per chi non conosce il microclima delle depressioni fredde.

IN BREVE I MOTIVI DI QUESTE MARCATE INVERSIONI TERMICHE

Nelle serene notti invernali la temperatura negli strati d’aria più bassi è normalmente inferiore a quella in quota, a causa dell’accumulo dell’aria fredda, e quindi più pesante, in basso. Questo fenomeno è più evidente nelle conformazioni a conca del terreno (depressioni, doline), dove con specifiche condizioni meteorologiche (notti serene e senza vento, con aria secca e neve al suolo) la temperatura può scendere a valori estremi, molto inferiori rispetto a quella delle zone vicine o sulle cime delle montagne circostanti più alte. I principali motivi fisici di questo intenso raffreddamento sono gli stessi che causano le fredde notti invernali sul fondo delle valli: la perdita di calore del suolo ed il ristagno di aria fredda in basso. Ma nelle valli il sistema delle brezze notturne e la vicinanza dei versanti delle montagne limitano il raffreddamento. In un bacino chiuso, invece, l’aria fredda prodotta dal forte raffreddamento del terreno, alla sera e durante la notte, viene intrappolata al suo interno formando un “lago d’aria fredda”, (tanto che la conca risulta poi isolata dall’ambiente circostante). Un fattore importante per un marcato raffreddamento del suolo, dovuto al suo rilascio radiativo a onda lunga, è un basso orizzonte topografico, che amplifica questa perdita di calore. E’ molto importante capire, comunque, che questi incredibili fenomeni si verificano solo con condizioni di bel tempo, quando il vento è molto debole o calmo. In altre condizioni (tempo perturbato, cielo coperto, vento forte) la temperatura nella conca è la stessa misurata nelle zone limitrofe.

RICONOSCIMENTI

Il Progetto ha ottenuto riconoscimenti scientifici quali ad esempio l’appoggio del CNR/Isac con il quale sono stati fatti due articoli sulla prestigiosa rivista di climatologia e meteorologia Nimbus e come vedremo in seguito anche nel Parco di Paneveggio e Pale di San Martino, ha altresì ottenuto grande evidenza mediatica, è stato oggetto di articoli sui principali quotidiani locali e nazionali (Repubblica, Corriere della Sera, L’Adige, Trentino, Giornale di Vicenza ecc…) ma anche di servizi, primo fra sulla Rai, dove è passato a TG1, TG3, TG2 Montagne, TG3 Leonardo. Nella giornata di sabato 18 febbraio 2023 è stata anche portata sulle Pale per celebrare l’evento la TV austriaca ORF.

EVOLUZIONE

Fino alla fine del 2021 i monitoraggi sono sempre stati effettuati mediante l’utilizzo di datalogger (termometri che rilevano e memorizzano le temperature ad intervalli di 10/15 minuti) che non permettevano di leggere i dati da remoto, ma implicavano sempre la necessità di doversi recare periodicamente a sostituire i sensori per poter scaricare i dati, in tal senso le restrizioni Covid-19 non hanno aiutato, impedendo di fatto di raggiungere i siti sull’Altopiano delle Pale di San Martino per molti mesi.

Allo scarico dati manuale hanno fatto eccezione per diversi anni le due stazioni meteo installate in collaborazione con i gestori del Rifugio Pedrotti alla Rosetta Mariano Lott e Roberta Secco, che hanno permesso di rilevare i dati presso il rifugio e nella depressione sotto lo stesso, durante i mesi di apertura del Rifugio, mediante una connessione satellitare fornita dal Rifugio.

Tornando ad oggi, questa situazione di non poter verificare i dati in diretta, è stato uno stimolo a studiare qualcosa di diverso e nel corso del 2021 si è pensato di installare dei sensori di prova che trasmettessero i dati meteo via onde radio.

Durante l’estate 2021 sono stati svolti numerosi test per un possibile inizio di monitoraggio in diretta delle depressioni fredde. In autunno, dopo l’ultimo test estivo, che consisteva nel tracciare la qualità del segnale avendo una antenna omnidirezionale mobile negli zaini, si è deciso di posizionare i primi due sensori in campo per qualche mese, per poi tornare a riprenderli in inverno vedendo l’esito ottenuto con il primo freddo. I risultati sono stati soddisfacenti e si è così deciso di testare la strumentazione scelta, consolidando il progetto per tutto l’inverno 2021/2022. A metà Febbraio 2022 sono stati posizionati ulteriori due sensori, per un totale di quattro, nei siti dove il segnale trasmetteva/riceveva con certezza e si è proceduto alla configurazione software/dati.

La rete scelta è la LoRaWAN, i quattro siti comunicano con un gateway d’accesso installato all’arrivo della Funivia Rosetta, punto panoramico ed in vista Altopiano. Questo router espande il segnale tramite un’antenna posta nei pressi della Funivia verso l’Altopiano delle Pale di San Martino, riuscendo a coprire buona parte di esso. Il segnale dopo aver percorso dai 2 ai 3 km verso Est riesce a scendere, tramite riflessione, nelle depressioni e ad agganciare l’antenna del sensore posta sul fondo. I siti individuati per il monitoraggio sono quelli di Busa Fradusta, Busa di Manna, Sella di Manna e Dolina Rosetta così come evidenziate nella planimetria di Fig. 4.

Tutti i dati trasmessi via radio vengono poi inviati istantaneamente sul web e liberamente consultabili a questo link:

https://doline.meteotriveneto.it/pale/

Figura 1 “dettaglio” installazione a Busa Fradusta

Figura 2 installazione a Busa Fradusta

Figura 3: l’Altopiano visto dall’arrivo della Funivia Rosetta

Figura 4: cartina panoramica delle installazioni collegate via onde radio

Trento, Bassano del Grappa 23 febbraio 2023

Per Meteotriveneto

Il Presidente: Stefano Zamperin 348/9327659

I responsabili dei monitoraggi dei siti freddi, soci: Giampaolo Rizzonelli 346/8411490 e Riccardo Benetti 345/3187677

admin

Avatar