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La frana di Cortaccia. Qualcuno o qualcosa ha “fermato” il masso prima dell’irreparabile…

Gennaio 2014. Un mese da annali della meteorologia.

(a cura di Francesco Netto e Alessandro Paoletto).

Gennaio 2014 è destinato a rimanere uno dei mese più piovosi della storia del Triveneto. I valori pluviometrici registrati in questo mese risultano essere i più alti mai registrati (da quando si rilevano i dati) in numerose località di alta e bassa pianura ma anche in numerose località montane, in particolare se si tiene conto anceh degli ingenti apporti nevosi; anomalie ancora più evidenti se si considera che il mese di gennaio risulta essere mediamente uno dei mesi più secchi dell’anno, se non il più secco in numerose località.

Le cause di queste anomalie, che hanno portato gennaio ad essere un mese più autunnale che invernale, sono da ricercare nella continue perturbazioni atlantiche che hanno interessato non solo il Triveneto ma anche buona parte dell’Italia, risultando quindi non solo uno dei mesi più piovosi di sempre, ma anche uno dei più caldi: anomalie di temperatura più evidenti nelle zone costiere, a causa delle masse di aria umida provenienti dai quadranti meridionali, soprattutto di ostro e scirocco. A tutto questo va aggiunta la quasi assoluta assenza di avvezioni fredde, fatta eccezione per un’unica modesta irruzione tra il 25 ed il 28 gennaio. Le masse d’aria oceanica hanno mantenuto la superficie delle acque del mare molto più calda del normale e rendendo molto più umida l’aria che le ha attraversate.

Da sottolineare sono le intense nevicate che hanno interessato tutto l’arco alpino, a differenza di quello prealpino, maggiormente penalizzato dalle intense componenti sciroccali, e che hanno portato ad accumuli nevosi davvero eccezionali sopra i 1.500 mt di quota.

Friuli-Venezia Giulia

Il Friuli-Venezia Giulia, come il resto del Triveneto, ha visto un mese di Gennaio estremamente piovoso per il periodo e sopramedia dal punto di vista termico. Sulle Alpi la neve al suolo complessiva misurata a fine mese ha raggiunto i 4 metri a Livinal lunc, oltre 3 metri a Baldas e 236cm a Passo Pramollo.

Precipitazioni

I giorni più piovosi sono stati il 4, il 30 e il 31 del mese, dove in una sola giornata, in molte zone pianeggianti e prealpine, ci sono stati quasi gli stessi apporti pluviometrici dell’intero mese. Purtroppo tutto questo ha causato lo straripamento di alcuni fiumi e torrenti con conseguenti allagamenti di campi, strade e di alcuni scantinati di abitazioni. La situazione più grave si è registrata l’ultimo giorno del mese dove le piogge sono state insistenti per tutta la giornata facendo registrare nuovi record giornalieri pluviometrici: in pianura si è assistito all’ingrossamento di tutti i corsi d’acqua minori, in particolare Ausa e Stella, e dei torrenti Corno di San Daniele, Corno di Cividale e Cormor. Anche il Livenza è straripato in più punti nella località di Sacile, così come il Noncello e il Cellina Meduna che sono straripati lungo le campagne limitrofe. Sono rimasti, invece, sotto i livelli di guardia Isonzo e Tagliamento. Sempre il 31 gennaio sono caduti a Fusine nell’arco di 24 ore circa 1 metro di neve, 63cm a Piancavallo, 51cm a Cimolais e fino a 70cm a Tarvisio.

Il mese in questione rimarrà comunque nella storia di tutti i meteoappassionati del Triveneto e non solo, per i numerosissimi record mensili registrati: sono state prese come riferimento soprattutto stazioni meteo con numerosi anni di rilevazione, talvolta centenari. Tra tutti spicca la località di Musi che con 1071.2 mm mensili, quasi raddoppia il precedente record di 594.8 mm del gennaio 1948. Qui di seguito la tabella che mostra gli accumuli impressionanti su alcune località con i relativi record.

Località

Accumulo Gennaio 2014

Precedente record

Inizio rilevazioni

Musi

1071.2 mm

594.8 mm (1948)

1917

Uccea

953.2 mm

601.7 mm (1936)

1917

Bordano

905.2 mm

455.0 mm (2009)

2004

Piancavallo

816.6 mm

437.0 mm (2008)

2004

Chievolis

798.6 mm

620.1 mm (1948)

1917

Gemona

748.4 mm

440.4 mm (1948)

1917

Coritis

727.6 mm

371.0 mm (2009)

2001

Fagagna

513.3 mm

212.0 mm (2001)

1990

Aviano

497.4 mm

358.0 mm (1977)

1917

Udine

462.6 mm

373.0 mm (1977)

1803

Gorizia

400.1 mm

293.4 mm (1936)

1870

Sacile

383.6 mm

302.0 mm (1977)

1917

 

Temperatura

 Come già descritto, il mese di gennaio è stato un mese abbondantemente sopramedia termico, soprattutto nelle zone di pianura e costa: le forti anomalie hanno interessato sia le temperature massime che le minime. In quest’ultimo caso, la causa è da ricercare ai cieli costantemente nuvolosi che non hanno permesso un calo delle temperature nemmeno durante la notte.

Le località costiere e di bassa pianura hanno fatto registrare anomalie più consistenti rispetto alle restanti zone, rilevando quindi numerosi record: tra questi veniamo a trovare il dato più impressionante della stazione di Trieste Ismar (inizio serie rilevazioni 1841) che ha fatto registrare una media mensile di 9.6°C, ben +3.9°C rispetto ai 5.7°C della media 71/00, superando il precedente record che apparteneva al 1936 (+9.0°C).

Anche la stazione di Gorizia (inizio rilevazioni 1870), con i suoi 8.2°C di temperatura media, supera sia il caldissimo 2007 (6.7°C) sia il 1936 (7.3°C), ben +4.1°C dalla media 91/00.

Nemmeno Udine è stata risparmiata dal record: 7.3°C il dato finale di temperatura media mensile, il più alto dall’inizio delle rilevazioni.

Veneto

Come è accaduto per il Friuli-Venezia Giulia, anche il Veneto ha vissuto un mese di gennaio estremamente piovoso, e per alcune stazioni di pianura e costa è risultato anche il più caldo dall’inizio delle rilevazioni. Nonostante questo, sui monti, e soprattutto a quote medio-alte, la neve è stata allo stesso modo la protagonista, raggiungendo a fine mese, in alcune zone (come ad esempio sull’altopiano di Asiago), i 4 metri di altezza.

Precipitazioni

Numerosi sono stati i passaggi perturbati che hanno caratterizzato il mese di gennaio; in particolare essi si sono registrati nelle seguenti giornate del mese: 4-5, 14, tra il 17 e il 19, ma soprattutto gli ultimi due giorni del mese, con piogge molto intense soprattutto sui settori centro-settentrionali della regione (e questo è stato causato dall’azione della componente sciroccale, che ha limato gli accumuli nelle zone meridionali). E’ però il 31 del mese ad essere individuato come il più critico in regione, soprattutto tra alto padovano, veneziano, vicentino e trevigiano, dove il livello dei fiumi ha iniziato a destare molte preoccupazioni.

Nel bellunese invece è la neve ad aver procurato i maggiori danni, tra i quali i diversi black-out che hanno interessato l’Agordino. Le abbondanti precipitazioni nevose hanno però causato anche ulteriori problemi, tra i quali la caduta di alberi oltre a ingenti e diffusi danni alle linee elettriche.

La località più piovosa è stata Valpore (BL) con 781 mm, seguita da Cansiglio Tremadere con 587.6 mm, Turcati Recoaro con 555.8 mm e Recoaro Mille con 536.6 mm. Dal 1772 non si sono mai raggiunti tali valori nel mese di gennaio. Qui di seguito la tabella che mostra gli accumuli pluviometrici su alcune località con i relativi record.

Località

Accumulo Gennaio 2014

Precedente record

Inizio rilevazioni

Sant’Antonio di Tortal

516.0 mm

385.2 mm (1977)

1960

Vicenza

369.4 mm

237.3 mm (1977)

1960

Bassano del Grappa

338.0 mm

212.4 mm (1977)

1917

Oderzo

276.6 mm

252.0 mm (1977)

1917

San Donà di Piave

213.0 mm

184.0 mm (1977)

1923

Padova Orto Botanico

210.2 mm

201.1 mm (1927)

1800

Teolo

208.0 mm

105.4 mm (1996)

1994

Legnaro

182.4 mm

138.2 mm (1977)

1960

Villafranca Veronese

174.6 mm

136.6 mm (1977)

1917

Venezia Cavanis

167.4 mm

167.0 mm (1876)

1836

Tribano

159.4 mm

84.2 mm (1997)

1996

 Temperatura

Anche per il Veneto vale lo stesso discorso fatto per il FVG in cui il mese di gennaio ha fatto registrare un abbondante sopramedia termico, soprattutto nelle temperature minime.

I numeri dicono anche in questo caso che gennaio 2014 risulta essere il più caldo dall’inizio delle rilevazioni soprattutto su pianura e costa: la stazione meteo di Padova Orto Botanico (inizio rilevazioni 1775) ha fatto registrare il mese di gennaio più caldo dall’inizio della serie storica con una media di +7.1°C, ben 4.8°C dalla media mensile (+2.3°C).

Altre stazioni che hanno fatto registrare gli scarti più rilevanti si vengono a trovare nel veneziano e in alcune stazioni del trevigiano: Cavallino ha fatto registrare una temperatura media di +7.6°C (+4.9°C rispetto alla media mensile), Eraclea +7.4°C (+4.8°C dalla media), Lugugnana di Portogruaro +7.2°C (+4.8°C) e Conegliano +7.1°C (+4.5°C).

Trentino Alto Adige

Anche per il Trentino Alto Adige il mese di gennaio 2014, unitamente all’intero trimestre invernale, rimarrà inciso negli annali e nelle cronache della climatologia regionale. Molte stazioni, comprese quelle caratterizzate dalla più lunga serie storica, come Bolzano Aeroporto e Trento Laste hanno fatto segnare i record pluviometrici mensili da quando sono iniziate le misurazioni e, pertanto, nelle rilevazioni più longeve, degli ultimi 100 anni. La totale assenza di campi anticiclonici a ovest e a nord della Regione ha permesso alla vasta circolazione depressionaria, da svariate settimane attiva sull’Atlantico settentrionale, di pilotare e mandare a bersaglio numerose saccature e perturbazioni, incisive in particolare sul versante sudalpino, cariche di umidità e sovente accompagnate da intensi richiami pre-frontali di aria temperata. Conseguentemente gli accumuli di precipitazione, pur senza picchi record nelle 24 ore, hanno fatto segnare somme mensili del tutto eccezionali, anche del 500-700 % in più rispetto alla media mensile.

Il territorio, nonostante il forte apporto pluviometrico non ha subito fortunatamente grossi danni, né vi sono state, grazie al limite delle nevicate, tutto sommato piuttosto basso, piene pericolose e problemi alla rete idrografica. Gran lavoro ha comunque dovuto sobbarcarsi la Protezione Civile, in particolare negli ultimi giorni del mese per le abbondanti nevicate e il forte pericolo valanghe che ha messo in pericolo zone sciistiche, centri abitati e mezzi di comunicazione.

La frana di Cortaccia. Qualcuno o qualcosa ha “fermato” il masso prima dell’irreparabile…

La frana di Cortaccia. Qualcuno o qualcosa ha “fermato” il masso prima dell’irreparabile…

Riportiamo una tabella riassuntiva dei peggioramenti del mese e relativi accumuli pluviometrici.

Nella tabella indichiamo anche la quota neve, variabile dal limite più basso, sovente registrato nella zona nord-ovest della Regione (Val di Non, Val di Sole, Burgraviato) e il limite più alto, spesso registrato a sud e nei momenti conclusivi dei peggioramenti:

Giorno Provenienza correnti prevalenti in quota (850 e 700 hp)

Accumuli

Quota neve

Accumuli nevosi (fondovalle-quota)

2 gennaio

OSO

5-10

200-500

3-10 cm

4-5 gennaio

SSO

60-100

400-1500

50-100 cm

14 gennaio

SO

30-50

200-600

8-50 cm

17-18-19 gennaio

S

70-110

400-1000

10-100 cm

30-31 gennaio

SSO

70-120

200-800

10-120

Questi sono alcuni accumuli mensili nelle stazioni meteorologiche del territorio:

Pinzolo Pra Rodont 409 mm

Polsa di Brentonico 376 mm

Ospedaletto 332 mm

Storo 322 mm

Zortea – Vanoi 308 mm

Pietramurata 272 mm

Mezzocorona 263 mm

Segno 263 mm

Predazzo 204 mm

Bolzano 159 mm

Merano 138 mm

Bressanone 94 mm

Per l’ennesima volta, idrovore in azione sulla sponda sud del Lago di Caldonazzo (TN).

Per l’ennesima volta, idrovore in azione sulla sponda sud del Lago di Caldonazzo (TN).

Alcune osservazioni sintetiche sulla particolare anomalia del mese di gennaio:

– cause della persistenza della sinottica: pattern generale letteralmente governato da una vasta area di bassa pressione nel comparto oceanico nord-atlantico, debolezza dell’anticiclone russo-siberiano, assenza di campi anticiclonici alle alte latitudini europee.

– cause dell’intensità: temperature superficiali del Mediterraneo molto alte, esaltazione dell’effetto stau orografico sul versante sudalpino.

-cause della velocità ed incisività dei peggioramenti: mancanza nella maggioranza dei peggioramenti dell’alta di blocco a est, asse di saccatura molto stretti e a ridosso dell’arco alpino, assenza di cut-off dei minimi depressionari secondari.

Temperatura

Molto forte l’anomalia rispetto alla media anche dal punto di vista termico. A tutte le quote la temperatura media del mese di gennaio 2014 è stata superiore alle medie. Le anomalie sono state più evidenti in alcuni fondovalle (dell’Adige e Alto Garda) con temperature medie comprese tra +3 e +6 e scostamenti dalla media storica ovunque superiori ai 2,5 gradi centigradi.